IN CAMPO PREVIDENZIALE NON ESISTE PIÙ IL DIRITTO ACQUISITO?

a cura di Marco Perelli Ercolini

Non esiste più il diritto acquisito…la ragion di Stato prevale, ma è possibile? In campo previdenziale ormai tutto può capitare.

Sotto un velo di silenzio ecco che sarebbero previsti tagli pesantissimi delle pensioni dei dipendenti pubblici: all’articolo 33 della manovra sarebbe stata prevista una revisione delle aliquote di rendimento per le pensioni in liquidazione dal 2024; riguarderebbe le pensioni degli ex Istituti di previdenza del Ministero del Tesoro e precisamente la Cpdl (Cassa pensioni degli enti locali), la Cps (Cassa pensione sanitari), la Cpi (Cassa pensione insegnanti di asilo e di scuole elementari parificate e la Cpug (Cassa pensione ufficiali giudiziari), Casse che già hanno subito nelle varie riforme  della previdenza la perdita del patrimonio tesuarizzato per le future prestazioni, ma nelle quali erano stati versati pesanti contributi.   

In particolare per una pensione di vecchiaia con decorrenza 1 gennaio 2024 con 35 anni di contribuzione e 67 anni di età e una retribuzione di 30mila euro annui il taglio raggiungerebbe secondo i sindacati Cgil, Fp e Flc i 4.432 euro l’anno che proiettato fino all’attesa di vita media equivale ad un mancato introito di 70.912 euro e per una retribuzione di 40mila euro lordi il taglio potrebbe raggiungere i 5.910 euro all’anno che proiettato fino all’attesa di vita media produrrebbe un taglio complessivo di 94.560 euro e così  via per retribuzioni più alte con cifre maggiori.

Interessati sarebbero circa 700mila dipendenti del pubblico impiego in particolare gli ospedalieri medici e infermieri che nei prossimi anni andrebbero in pensione.

Addio dunque al diritto acquisito e allora hanno ragione i giovani che davanti al problema della pensione, sfiduciati, dicono «ma chi melo fa fare, visto che ogni diritto viene spesso cancellato?»

Pubblicato il 31/10/2023