LETTERA AL PRESIDENTE ENPAM DR OLIVETI
Caro Presidente,
siamo costretti a rilevare che la politica assistenziale dell’ENPAM pare essere diretta alla discriminazione dei pensionati.
La lodevole iniziativa di erogare 1.000 euro al mese è destinata “a chi esercita unicamente come libero professionista ma anche a chi fa libera professione in parallelo ad attività in convenzione o come dipendente (es. chi fa intramoenia). L’aiuto potrà essere richiesto da tutti gli iscritti non pensionati, senza limiti di reddito”.
L’esclusione dei pensionati è una intollerabile ed illegittima discriminazione.
Premesso che,come ben sai, la Consulta ha più volte sentenziato che la pensione deve essere considerata come “una retribuzione differita”, vorremmo capire la differenza che esiste fra un medico dipendente (che fa l’intramoenia) ed un pensionato che continua, come previsto dalle norme vigenti,ad esercitare la libera professione e che, quindi, subisce proporzionalmente gli stessi danni derivanti dalla forzata chiusura degli studi professionali.
Colgo, inoltre, l’occasione per ricordarti,in tema di discriminazioni, che alla vigilia delle elezioni per il rinnovo degli amministratori del nostro Ente, ci sono ancora 40.000 pensionati esclusi dai benefici della tutela LTC ed intenzionati, se necessario a difesa dei propri diritti, a porre in atto ogni legittima azione di rivalsa per il torto subìto oltre a non premiare nelle urne chi ha discriminato i propri pensionati/azionisti applicando un discutibile criterio anagrafico. Riteniamo che l’ENPAM rinnovando, nel 2019, tale tutela con altra compagnia assicurativa ben avrebbe potuto chiedere un allargamento della copertura ai Colleghi pensionati sinora esclusi.
Prendiamo atto che così non è stato ma siccome, come sempre, non siamo abituati a fare solo critiche, seppur sacrosante, ti invitiamo, ancora una volta, a riflettere sulle possibilità offerte alle Casse di previdenza professionali dalla finanziaria del Dicembre 2018 che ha portato al 10% dell’attivo patrimoniale le somme defiscalizzate da destinarsi al Welfare degli iscritti.
Una piccola risorsa derivante da tale agevolazione potrebbe essere usata appunto per sanare il “vulnus” dell’esclusione dall’LTC di 40.000 Colleghi che hanno versato per 40 anni ed oltre i loro contributi al fondo generale. Questo permetterebbe di non superare i limiti del 5% della quota destinata all’assistenza del regolamento attualmente in vigore, senza contare che molti degli esclusi continuano a versarli con la libera professione.
Disponibili a riaprire un tavolo di discussione costruttiva nel breve termine, invitiamo te e tutto il CDA a riflettere, nel frattempo, sulle nostre osservazioni e proposte.
Cordialità
Michele Poerio
Presidente Nazionale FEDERSPeV
Segretario Generale CONFEDIR