PENSIONI, ECCO GLI EFFETTI DI TAGLI E ALLARMI
Pensioni, ecco gli effetti di tagli e allarmi
di Michele Poerio e Carlo Sizia
L’intervento di Michele Poerio e Carlo Sizia
Sono 10 anni ormai, a legislazione vigente (cioè dalla legge Fornero 214/2011 all’ultima legge di bilancio 145/2018, avente efficacia normativa fino al 31/12/2021), che Governo e Parlamento si accaniscono contro i titolari di pensioni medio-alte, cioè quelle di importo lordo oltre le 6 volte il minimo INPS ( 3.078 € lordi mensili, circa 2.180 € netti).
Gli strumenti usati per penalizzare i pensionati anzidetti sono stati e sono: la mancata perequazione annuale delle pensioni (biennio 2012 e 2013), ovvero la grossolana riduzione della indicizzazione (meno del 50%) rispetto ai valori della svalutazione certificati dall’ISTAT (anni 2014-2021), nonché il contributo di solidarietà coatto e progressivo sulle pensioni di maggiore consistenza, cioè oltre le 14 volte il minimo INPS nel triennio 2014-2016 ed oltre i 100.000 € lordi/anno nel quinquennio 2019-2023.
I risultati di questa perdurante “grandinata” sulle nostre pensioni medio-alte sono i seguenti:
- le pensioni liquidate con il calcolo retributivo di diritto (quelle ante 2012) è come se fossero state ridotte di fatto a pensioni contributive (ma senza alcun ricalcolo effettivo), infatti negli ultimi 10 anni hanno subito una perdita del loro potere d’acquisto da mancata o ridotta perequazione attorno al 12-15%, cosicché il tasso di sostituzione originario, che era attorno all’85% (rapporto percentuale tra primo rateo mensile di pensione per chi poteva contare su almeno 40 anni di contributi ed ultima retribuzione) è come se fosse stato abbattuto al 70% circa, che è il tasso di sostituzione oggi stimabile per una pensione contributiva di un dirigente con pari anzianità contributiva (40 anni);
- in concreto, i titolari di pensione lorda tra 3.000 € mensili circa (6 volte il minimo INPS) ed i 7.695 € (15 volte il minimo INPS) hanno perso mensilmente da 400 a 1.000 € netti per mancata o ridotta indicizzazione, perdita che è permanente (cioè: vita natural durante!). Il danno subito equivale grossolanamente alla perdita permanente della tredicesima mensilità, ma penalizzazioni ancora maggiori hanno subito le pensioni di importo più elevato;
- perdite ancora più pesanti hanno subito coloro che hanno dovuto patire, oltre alla ridotta indicizzazione, anche il prelievo forzoso da “contributo di solidarietà”, e senza contate il maggiore aggravio fiscale (addizionali regionali e comunali) che hanno falcidiato anche i pensionati dai primi anni 2000 a tutt’oggi; da notare, inoltre, che i redditi da pensione non hanno alcun privilegio fiscale rispetto agli altri redditi, talché la mancata o ridotta perequazione ed i contributi di solidarietà altro non sono, al di là del nomen juris, che tributi impropri, cioè tassazione aggiuntiva di chiaro significato discriminatorio a danno di una sola categoria;
- contribuisce ad aggravare il quadro descritto l’ingiustizia ed inadeguatezza del nostro sistema fiscale, basti pensare che su 54 milioni di potenziali contribuenti, 31 milioni non paga praticamente alcunché di IRPEF, dato che è un indice sicuro di una evasione diffusa, e che la classe di contribuenti che dichiara oltre 50.000 € lordi/anno (classe a cui appartengono mediamente i medici dipendenti-dirigenti oggi in pensione) paga il 39% di tutta l’IRPEF nazionale, mentre le pensioni medio-alte (quelle oltre i 5.000 € lordi/mese) assorbono risorse previdenziali per il 6% circa;
- naturalmente perdite ben maggiori (dell’ordine del 25% rispetto al valore reale della pensione d’origine) debbono contabilizzare i Colleghi che sono in pensione da almeno 20-25 anni (per fortuna l’età media della popolazione italiana si è elevata di molto, avendo superato di qualche unità gli 80 anni per gli uomini e gli 85 anni per le donne).
Di fronte ad attacchi così gravi e ripetuti alle nostre pensioni, sempre veicolati dalle leggi finanziarie o di bilancio, senza una riforma organica ed equilibrata del nostro sistema previdenziale, necessariamente distinto dal sistema assistenziale, in assenza di qualunque confronto con le OO.SS. rappresentative delle categorie interessate, non ci rimangono che due alternative:
- accettare passivamente e con rassegnazione che le nostre pensioni medio-alte non vengano adeguate alle esigenze di vita degli ex lavoratori oggi in pensione, aspettando la fine naturale della vita nella speranza di “non sopravvivere al proprio reddito” (come dice acutamente “Il Sole-24 Ore”), specie se i processi inflattivi dovessero tornare a correre come negli anni ’70 ed ’80 del secolo scorso;
- lottare invece affinché le nostre pensioni (tutte) siano adeguate annualmente con un ragionevole meccanismo a scaglioni, non certo peggiorativo rispetto a quello previsto dalla legge 388/2000 che ha caratterizzato il primo decennio del secolo in corso, vale a dire: rivalutazione al 100% dell’indice ISTAT per gli importi fino a 3 volte il minimo INPS; al 90% per gli importi tra 3 e 5 volte il minimo; al 75% per gli importi ulteriori eccedenti le 5 volte il minimo INPS.
Per rendere percorribile ed efficace questa seconda auspicata alternativa occorre:
- aderire alla FEDER.S.P.eV. ( Federazione Sanitari Pensionati e Vedove/i), che difende e tutela gli interessi e le aspettative dei sanitari pensionati italiani (medici, odontoiatri, veterinari, farmacisti, e loro vedove/i);
- attraverso la FEDER.S.P.eV., aderire al ricorso contro le disposizioni previdenziali della legge di bilancio 145/2018, nella certezza che le norme da noi contestate ledano principi e valori di cui agli artt. 3, 36, 38, 53, 136 della Costituzione vigente e nella speranza che la Corte costituzionale si pronunci finalmente in modo chiaro ed inequivoco sulle buone ragioni delle nostre lagnanze, pensando solo alla lettera ed allo spirito della Costituzione vigente e non, in modo contraddittorio e vergognoso, alla “ragion di Stato” al punto da interpretare una Carta virtuale e desiderata, anziché applicare quella reale.
Dott. Prof. Michele Poerio – Presidente nazionale FEDER.S.P.eV.
Dr.Carlo Sizia – Consiglio Direttivo FEDER.S.P.eV.