LA RISPOSTA ALLA SENTENZA 130 DELLA CORTE COSTITUZIONALE
a cura di Marco Perelli Ercolini
Colla circolare n. 79 del 7 settembre 2023, l’Inps fornisce le indicazioni operative in merito alla nuova prestazione di una anticipazione ordinaria del TFS/TFR dei lavoratori pensionandi del pubblico impiego in favore degli iscritti alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali in vigore dal 1° febbraio 2023, in base all’articolo 23 del DL n.4/2019 convertito in legge 26 /2019.
Vuoi i soldi del tuo tfr/tfs, anziché aspettare i tempi canonici delle varie leggi dilatorie ora censurate dalla sentenza della Corte Costituzionale n.130/2023? ebbene rivolgiti alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali (Inps) ed ecco i soldi, i tuoi soldi però attenzione devi pagare gli interessi…ma sono i miei soldi, soldi che mi sono dovuti e che sono stati accumulati nel tempo con fior di trattenute sullo stipendio.
Ricordiamo che la sentenza della Corte costituzionale pur dichiarando inammissibili le questioni sollevate di legittimità costituzionale dell’art. 3, comma 2, del decreto-legge 28 marzo 1997, n. 79 (Misure urgenti per il riequilibrio della finanza pubblica), convertito, con modificazioni, nella legge 28 maggio 1997, n. 140, e dell’art. 12, comma 7, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78 evidenzia come sia in contrasto con il principio di proporzionalità della retribuzione, espresso dall’art. 36 Cost., e, al contempo, attesa la sua natura previdenziale, con il principio di adeguatezza dei mezzi per la vecchiaia dettato dall’art. 38 Cost., la corresponsione differita e rateale dell’indennità di fine servizio ai dipendenti pubblici, e ne sollecita un intervento riformatore del legislatore che deve determinare modalità di attuazione in uno spaio temporale limitato.
Non sembra dunque rispettosa del dettame costituzionale una tale forma.
Ed ecco una domanda: quanto hanno già perso colla dilazione dei pagamenti in valore corrente questi soldi? specialmente in questi ultimi tempi di inflazione galoppante; infatti colla dilazione non sono previsti né la rivalutazione monetaria né gli interessi di dilazione e se inoltre per avere diminuita la dilazione devi essere tu a pagare degli interessi ebbene queste sembra chiaramente un po’ troppo…ecco dunque l’esigenza di un vero intervento riformatore prioritario rispettoso dei diritti e non ignorare la problematica.
Il Parlamento deve dunque intervenire per rimuovere gradualmente questo differimento e non rimandarlo alle calende greche.
Già nel 2019 (sentenza 159/2019) la Corte Costituzionale era andata molto vicina alla bocciatura del Tfs/Tfr differito avendo chiesto di ridefinire la suddetta disciplina che da temporanea era diventata strutturale, ma come rilevato dall’attuale Corte Costituzionale al monito non è stato fatto seguire una individuazione dei rimedi…no comment!!!
Pubblicato il 14/09/2023